Ma a Bagnoli che si vuole fare?

Cosa si vuole fare a Bagnoli, una nuova Dubai in riva al Golfo di Pozzuoli con edifici privati di non meglio precisata natura, oppure la bonifica regalerà alla città un salutare vuoto occupato dalla natura? Attendo con curiosità che il sindaco e la giunta svelino i loro piani in consiglio su quella che è la più grande opera pubblica in città da decenni.

Mi hanno girato questi modelli, sulla cui veridicità non posso giurare, e devo confessare che mi hanno inquietato. Non è questa l’idea che ho della Bagnoli rigenerata, idea che sono certo sia largamente condivisa dai napoletani e soprattutto da residenti nell’area.

Napoli è una città dove scarseggiano verde e mare. Il verde è concentrato in alcuni polmoni cittadini che spesso lasciano a desiderare per manutenzione e fruibilità. Sul mare ho scritto spessissimo su questa pagina, riassumendo la vicenda nell’espressione sintetica di sfondo per le cartoline, come mi ha detto un turista qualche tempo fa, incredulo che il mare a Napoli si vede ma andarci è molto più problematico di quanto si possa immaginare dalle fotografie.

Certo, le criticità di verde e mare dipendono dalle scelte politiche, economiche, urbanistiche stratificatesi nel tempo, dalla conformazione territoriale, dalla densità abitativa, ma proprio per questo penso che la bonifica di Bagnoli abbia lo straordinario merito di metterci di fronte a una riqualificazione che per la prima volta ci fa ragionare su un territorio che di spazio ne ha tanto.

Io credo che non vada riempito di cemento privato, ma di verde e mare pubblico e gratuito. Mi batterò e ci batteremo per questo, certo che si possa confidare anche sul buon senso del sindaco.

Sergio D’Angelo, Consigliere comunale, capolista di Napoli Solidale